La fondazione di Troia


La Troade era una fertile regione dell'Asia Minore, a poca distanza dall'Ellesponto, che oggi si chiama Stretto dei Dardanelli ed è una delle chiavi del Mediterraneo.
Nel tempo dei tempi ne era re Teucro. A lui un giorno si presentò un giovane avventuriero di nome Dardano, che veniva dalla Samotracia in cerca di una terra su cui regnare. Teucro l'accolse benignamente e gli diede per moglie sua figlia Batea.Dalle loro nozze nacque un figlio, Erittonio, che divenne poi l'uomo più ricco del mondo e fu padre di Troo, il quale, a sua volta, si sposò ed ebbe tre figli: Assàraco, Ilo e Ganimede. Assàraco morì giovane e si sa poco e niente. Ganimede fu rapito da Zeus e divenne coppiere degli dèi; Ilo succedette al padre sul trono e, non più soddisfatto della vecchia capitale Dardania, volle costruirsene una nuova e, per scegliere il luogo dove costruirla, interrogò l'oracolo.Questo gli rispose di seguire una mucca bianca, pezzata di scuro, che se ne stava allora pascolando in pianura; e dove si fosse fermata doveva fondare la città.


Ilo seguì la mucca appena si mosse dal pascolo: la bestia si fermò su una collinetta da cui si dominava tutta la pianura sino al mare. Qui fece costruire la sua città che chiamò Troia, dal nome di suo padre. Zeus, per dimostrargli il suo compiacimento, gli mandò una statua di legno, la statua di Pallade Atena che fu chiamata poi il Palladio, con questo privilegio: la città non avrebbe potuto mai essere conquistata finchè avesse avuto la statua dentro le sue mura. Ilo aveva tanta fede nella promessa di Zeus, che non volle nemmeno cingere di mura la città, persuaso che il Palladio bastasse a difenderla.
Zeus aveva avuto ragione di compiacersi di Troia, perchè essa era davvero una città magnifica: colonnati, scale, templi di marmo, palazzi dorati, ogni edificio pubblico era costruito secondo i canoni di una elegante architettura; e sotto il colle si estendeva una pianura, solcata da due fiumi ricchi di acqua, lo Scamandro e il Simoenta; e più oltre vi era il mare scintillante di luci e di riverberi. Dietro la città, formava uno sfondo pittoresco una catena di alte montagne nevorse, la catena dell'Ida, i cui fianchi erano ricorperti da cupe foreste di frassino e di abeti.
La nuova capitale diventava ogni giorno più prosperosa e potente, graze alla sua felice posizione: Troia era infatti al centro delle comunicazioni terrestri e marittime tra l'Asia e l'Europa.


Quando Ilo morì, divenne re il figlio Laomedonte, che volle circondare la città di solide mura. Gliele fabbricarono due dèi Apollo e Poseidone. Da Laomedonte il trono passò nelle mani di suo figlio Priamo, che portò il suo regno e la sua capitale a grande splendore: i cinqua figli e le cinquanta figlie, che la leggenda attribuisce a lui e alla moglie Ecuba, sono forse il simbolo di tanta opulenza e del suo immenso potere.

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